giovedì 10 gennaio 2008

Museo della tecnica elettrica




Si può dire che l'idea che portò alla realizzazione di un museo della Tecnica Elettrica a Pavia risale al 1998, nell’imminenza delle celebrazioni per il bicentenario dell’invenzione della pila elettrica ad opera di Alessandro Volta, presso l’Università di Pavia venne costituito il Centro Interdipartimentale di Ricerca per la Storia della Tecnica Elettrica con lo scopo di sviluppare studi e ricerche sull’evoluzione della Tecnica Elettrica e allo stesso tempo quello di continuare la raccolta di materiale documentario in vista della realizzazione di un Museo della Tecnica Elettrica, raccolta portata avanti da oltre dieci anni presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica dell’Università.




Il progetto del Museo è quindi un iniziativa dell'Università di Pavia con lo scopo di rendere omaggio ad uno dei grandi luminari di questa città. All'interno del Museo si possono trovare varie collezioni. La collezione di partenza è quella raccolta nel corso di oltre un decennio presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica. Gli oltre 3000 reperti, prevalentemente nel settore dell’energia elettrica, provengono da industrie elettromeccaniche italiane, aziende elettriche, collezionisti privati. Dal marzo del 1999 l’Università dispone anche dell’intera raccolta ENEL già nel Museo dell’Energia Elettrica di Roma, ceduta in comodato all’Università. Essa si compone di circa 400 reperti, grandi e piccoli. Via via, intanto, qualche collezionista privato, venuto a conoscenza del progetto del nuovo Museo, ha affidato all’Università il compito di conservare quanto ha raccolto con interesse e cura spesso nell’arco di una vita.




Nel gennaio 2001 è stata acquistata sempre, da parte dell’Università, un’altra grande collezione che SIRTI, primaria azienda nel settore delle telecomunicazioni, ha ceduto in comodato all’Università. Si tratta di una collezione imponente, di oltre tremila reperti, prevalentemente nel settore della telegrafia e della telefonia.


Il nuovo Museo sarà localizzato nel polo scientifico dell’Università, nella periferia nord ovest della città. La soluzione architettonica adottata per la struttura, che avrà una superficie coperta di 5.000 mq, è piuttosto suggestiva oltre che funzionale. La struttura apparirà infatti sepolta in una dolce collina che si integrerà perfettamente con l’ambiente circostante naturale ed abitato.
All’interno troveranno collocazione un ampio magazzino, le gallerie per le esposizioni permanenti e temporanee, un archivio e una biblioteca oltre ai servizi vari.



I reperti grandi ed ingombranti troveranno posto nello spazio verde esterno e saranno motivo di forte richiamo. La narrazione museale è in fase di definizione: essa seguirà il criterio cronologico nell’ambito di vaste tematiche corrispondenti al settore della tecnica elettrica: la produzione, il trasporto, la distribuzione e l’utilizzazione dell’energia elettrica, le comunicazioni elettriche, le altre applicazioni. Il percorso cronologico dalla seconda metà dell’Ottocento ad oggi sarà marcato da alcune tappe nelle quali verrà offerta una visione sintetica dell’evoluzione della tecnologia elettrica fino ad allora, attraverso reperti originali, modelli, illustrazioni, simulazioni, filmati ed altre applicazioni multimediali.

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